
Nonostante alcune resistenze locali, il biometano offre vantaggi ambientali e sociali grazie alle moderne tecnologie, risolvendo il problema dei rifiuti e contribuendo alla lotta contro il cambiamento climatico.
Il, Circolo di Legambiente “A. Petteruti” di Sessa Aurunca ha espresso positività e parere favorevole sul biocombustibile a Km zero. Il biometano è al centro dello sviluppo dell’economia circolare. Una parte dell’opinione pubblica, tuttavia, è contraria agli impianti, in particolare nei territori dove se ne prevede la realizzazione. Tra le obiezioni principali: le esalazioni di cattivo odore, le emissioni inquinanti, l’impatto visivo, la circolazione di camion per il rifornimento degli impianti, lo sviluppo di batteri patogeni. Tutte obiezioni da parte dei territori che spesso sono frutto di una cattiva informazione, spesso creata ad arte. Queste criticità, infatti, sono state abbondantemente superate e le moderne e consolidate tecnologie permettono di costruire impianti che funzionano bene e che prevengono ogni problema. Tutto sta nel realizzarli nel modo e nel posto giusto e nel gestire correttamente tutta la filiera. Il biometano è un gas rinnovabile, prodotto da un processo di trasformazione della materia organica tramite digestione anaerobica, cioè priva di ossigeno, e gli impianti che permettono questa trasformazione rappresentano anche la soluzione ottimale per il trattamento di rifiuti organici differenziati, scarti dell’agroalimentare, deiezioni animali e fanghi di depurazione. Si risolve il problema del loro smaltimento e dalla loro lavorazione si ottengono due prodotti di vitale importanza, il biogas e il digestato da trasformare in compost di qualità. Il primo, trasformato in biometano, sostituisce il gas naturale di origine fossile, che sappiamo essere uno dei principali nemici del clima, e può essere immesso nella rete di distribuzione per consumi domestici o per i trasporti. Il secondo può essere riutilizzato in agricoltura, restituendo carbonio ai suoli e permettendo la riduzione dell’uso di fertilizzanti chimici. “La digestione anaerobica per produrre biometano e compost di qualità – dichiara il presidente di Legambiente Stefano Ciafani – è un processo che comporta notevoli vantaggi su diversi fronti: permette la chiusura del ciclo di frazione organica differenziata, sottoprodotti agroalimentari, reflui zootecnici e fanghi di depurazione; garantisce la restituzione del carbonio al suolo per fermare i processi di desertificazione; produce energia rinnovabile, decarbonizza i trasporti, combatte l’inquinamento atmosferico e la crisi climatica. Per questo è necessario colmare il deficit impiantistico ancora esistente in vaste aree del nostro Paese, soprattutto nel centro sud, attivando veri processi di partecipazione territoriale, e analizzare gli impianti sia dal punto di vista della sostenibilità che da quello della circolarità, ponendo l’attenzione sui grandi benefici per i territori coinvolti”.
