Vincenzo De Luca non molla. Dopo settimane di apparente silenzio, eccolo di nuovo in scena, con l’elmetto ben calzato e il lanciafiamme puntato dritto al suo stesso campo. Se non può candidarsi lui, allora meglio far perdere tutti. La proposta del centrosinistra? Roberto Fico, ex presidente della Camera. Un nome su cui Pd e 5 Stelle potrebbero convergere. Ma De Luca dice no. Non perché abbia una vera alternativa. Ma perché quel nome non lo controlla. Così tira fuori dal cilindro due candidati improbabili: il suo vice Fulvio Bonavitacola e l’assessora Lucia Fortini. Figure deboli, senza forza elettorale autonoma. Serve solo a spaccare il fronte. Il messaggio è chiaro: o decidete con me, o vi porto al disastro. È una tattica vecchia. Ricattare politicamente il proprio partito, fingendo lealtà mentre si lavora per affossarlo. E il centrodestra ringrazia. In silenzio, ma ringrazia. Il Pd nazionale, guidato da Elly Schlein, sembra incapace di fermarlo. Ogni volta che prova a imporre un candidato, De Luca alza il prezzo. Un presidente uscente che si comporta da opposizione interna. Il rischio è serio: perdere la Campania per colpa di una guerra personale. È la logica del “muoia Sansone con tutti i filistei”, applicata alla politica regionale. E se nel frattempo a vincere fosse il centrodestra? Pazienza. O forse meglio così. Almeno Elly Schlein impara.

De Luca col lanciafiamme: se non può vincere, brucerà tutto
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