Dopo lo scioglimento del Comune di Caserta per infiltrazioni camorristiche, Susanna Camusso non può cavarsela con un comunicato pieno di parole vuote. È stata lei, commissaria del PD casertano, a sostenere pubblicamente Carlo Marino dopo la bufera giudiziaria. È lei ad aver tenuto il partito incollato a un’amministrazione che oggi lo Stato dichiara ufficialmente contaminata dalla camorra. Il tentativo di smarcarsi ora non è solo ipocrita, è offensivo. Per gli iscritti, per gli elettori, per chi in questo territorio ogni giorno prova a fare politica onestamente. Camusso ha legittimato e protetto un sistema che le carte ufficiali descrivono come pesantemente compromesso. Ha scelto di metterci la faccia, e ora che quella stagione si chiude con il marchio infamante dello scioglimento per mafia, non può far finta di non aver visto e non sapere. Il Partito Democratico casertano è già in grande difficoltà. Non merita una guida come la sua. Camusso se ne vada da Caserta che già gli ha regalato il seggio di Senatrice a danno dei democratici di terra di lavoro. Torni nella sua terra, lasci Caserta e un partito che ha bisogno di essere ricostruito da zero, con persone credibili, libere, radicate sul territorio e capaci di riconoscere gli errori, non di coprirli fino all’ultimo. Non bastano più le frasi di circostanza. Servono gesti chiari. Il primo è che chi ha sostenuto Marino anche dopo l’inizio delle inchieste non può restare un giorno di più alla guida del PD in questa provincia. Questo serva da lezione a noi elettori che dobbiamo imparare a mettere quella croce sui candidati espressione del territorio e non calati da Roma.
