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PIGNATARO MAGGIORE – Cronache dalla campagna elettorale pignatarese: il cambiamento che non c’è.

1 mese fa
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(DI MIRIAM MERCONE) – A Pignataro Maggiore sembra essere tornata la primavera, il bel tempo e il desiderio di partecipazione e confronto democratico. Le belle notizie finiscono qui. Per le strade non si sparge l’odore inebriante delle fioriture primaverili, ma la puzza di stantio aleggia tra i vicoli del centro storico, propagandosi in tutti i rioni. Stessi personaggi, magari fossero solo sei, in cerca d’autore e programmi riprodotti in serie da decenni e da tutti gli schieramenti. Propositi imbarazzanti per la loro vaghezza e genericità, privi di qualsiasi anche velleitario tentativo di tradurre l’idea, già aletoria, in atto amministrativo. “Fusioni a freddo” di liste accomunate soltanto dal passato un po’ ingombrante di qualche candidato, che ora si straccia le vestiti in nome del cambiamento e riscopre una annacquata sensibilità civica ma di cui non risulta un solo voto contrario agli atti dell’uscente amministrazione. Pochissimi volti nuovi, e per paradosso, presenti principalmente nell’unica lista che rivendica apertamente la continuità con l’amministrazione uscente, nei fatti in ogni lista sono presenti personaggi che hanno ricoperto incarichi politici, anche di rilievo, in seno all’amministrazione uscente e da cui non hanno mai preso le distanze durante la consiliatura. Lasciano davvero perplessi le critiche postume rivolte alla gestione autoritaria della cosa pubblica da parte della precedente amministrazione perché mai alcuna forma di dissenso ha trovato spazio tra le file della maggioranza e allora è lecito chiedersi perché i cittadini dovrebbero dare fiducia a chi avuto la possibilità di opporsi, nelle sedi preposte all’esercizio al confronto democratico e non lo ha mai fatto. Ed è anche lecito chiedersi come si possa dare fiducia a chi, al contrario, si è fieramente schierato tra le file dell’opposizione e ora sostiene un progetto politico di sedicente cambiamento in cui hanno trovato collocazione vecchie glorie dell’amministrazione Magliocca. Nessuno ha sentito il bisogno di motivare queste scelte alla comunità, trincerandosi dietro le presunte convergenze programmatiche, intese che per la vaghezza dei programmi metterebbero d’accordo il diavolo a l’acqua santa. Dunque cambia il film, qualche attore e forse il ma la trama è sempre la stessa. Per restare a Pignataro, paese della musica, cambia qualche musicista ma la musica è sempre la stessa e non ci siamo liberati nemmeno del fantasma di Zazà.

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