
C’è una notte, nel cuore di giugno, che non somiglia a nessun’altra. È fatta di respiri trattenuti, zaini chiusi con mani tremanti, pagine sfogliate con lo sguardo fisso al soffitto. È la notte prima degli esami, quella cantata da Venditti, quella che tutti ricordano, quella che cambia tutto. È la notte dei maturandi, e stanotte tocca a loro.
Domani, mercoledì 18 giugno 2025, oltre mezzo milione di studenti italiani siederanno nei banchi per affrontare la prima prova dell’esame di Stato: il tema di italiano. Inizierà alle 8:30 e durerà fino a sei ore. I ragazzi potranno scegliere tra sette tracce suddivise in quattro tipologie (analisi del testo, testo argomentativo, tema d’attualità). Nessuna intelligenza artificiale sarà ammessa in aula, solo penne, mente e coraggio.

Il giorno successivo, giovedì 19 giugno, sempre alle 8:30, sarà il momento della seconda prova scritta, specifica per ogni indirizzo scolastico. Al liceo classico uscirà una versione di latino o greco, allo scientifico problemi e quesiti di matematica, al linguistico una delle lingue straniere studiate. Gli studenti dell’artistico affronteranno discipline progettuali, quelli del musicale teoria e analisi, mentre negli istituti tecnici la seconda prova riguarderà le materie portanti: economia aziendale per l’AFM, informatica per l’indirizzo tecnologico, estimo o viticoltura per gli agrari. L’elenco completo è stato reso noto dal Ministero mesi fa, ma fino all’ultimo molti temeranno la materia più ostica.
Gli orali inizieranno a partire dalla settimana prossima. Oggi, martedì 17 giugno, si sono riunite tutte le commissioni – composte da tre membri interni, tre esterni e un presidente – e sono state sorteggiate le lettere che stabiliranno l’ordine di convocazione per i colloqui. Ogni studente dovrà presentare un argomento interdisciplinare e affrontare domande su tutte le materie, inclusa l’educazione civica, oltre a discutere l’esperienza PCTO (l’ex alternanza scuola-lavoro).
Questa notte, però, non si contano solo le date o le ore. Si contano i sogni. È una notte fatta di chat infinite, playlist nostalgiche, canzoni a ripetizione. Venditti, inevitabilmente, risuona nelle cuffie, tra le lacrime di chi non riesce a dormire: “Notte di lacrime e preghiere / la matematica non sarà mai il mio mestiere…”. Ogni strofa è un promemoria di quanto questi ragazzi abbiano camminato, inciampato, resistito.
Nella loro notte c’è tutto: i libri accatastati in un angolo, le paure taciute ai genitori per non farli preoccupare, le foto con gli amici, i professori che li hanno spinti, giudicati, ascoltati. C’è il tempo passato in aule troppo fredde d’inverno e troppo calde a giugno. C’è l’amore per una materia scoperta per caso, c’è la delusione per un voto che non ha raccontato davvero chi erano. E adesso c’è l’attesa.
Domani non si gioca solo un esame, ma un rito di passaggio. La maturità, in fondo, è molto più che una prova: è il momento in cui lo studente diventa persona. È la consapevolezza che il futuro, qualunque sia, dipende anche da loro. Per questo, stanotte, non contano tanto i ripassi dell’ultima ora quanto i respiri profondi, la fiducia in sé stessi, il coraggio di provarci. Di mettersi in gioco con tutta l’anima.
Ai ragazzi che tra poche ore varcheranno la soglia dell’aula va l’augurio più sincero. Non solo di riuscire, ma di ricordare per sempre cosa significa questa notte. Perché la notte prima degli esami è anche la notte prima della vita.
E domani, comunque vada, sarà un giorno nuovo.
